SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE ENOGASTRONOMICA

Direttrice didattica ELSA MENEGOLLI

the one caorle

Stelù Restaurant al THE ONE – Hotel & Apartments 4 stelle superior – Caorle (VENEZIA)

Caorle ci è piaciuta così tanto che abbiamo deciso di rimanerci qualche altro giorno. Impressionati dalla strategia di marketing del THE ONE – Hotel & Apartments 4 stelle superior, abbiamo deciso di farci un salto per capire se le premesse potessero essere puntuali anche nel ristorante interno, lo Stelù Restaurant. Il The One infatti spicca per il suo ingresso imponente sulla via principale di Caorle, che mette in bella mostra una serie di automobili fuoriclasse dei clienti più abbienti. In effetti non c’è modo migliore per attirare l’attenzione delle persone che passeggiano sul viale.

Ci è piaciuto poter vedere il menu, tra un bolide e l’altro, esposto in strada e visti i prezzi accessibilissimi, lo abbiamo scelto per la nostra seconda prova a Caorle in queste piccole vacanze pasquali.

 

L’hotel

L’ingresso e il bar sono condivisi con la spaziosa e moderna hall dell’hotel, lineare ed essenziale. Le rifiniture sono eleganti e contemporanee, i colori vivaci e allo stesso tempo rilassanti. La clientela è prettamente straniera, principalmente austriaca e tedesca. Non è un segreto che gli stipendi medi del nord Europa superano di molto i nostri, pertanto la spesa al The One, per loro, risulta meno onerosa. E’ una semplice questione di numeri. Dal sito internet vediamo che le camere sono di alto livello e che il palazzo vanta una piscina sul tetto con un rooftop bar-bistrot, lo Skybar 360° by Pommery. Da lassù la vista del mare, oltre i palazzi, dev’essere una meraviglia.

 

Il ristorante

Il locale ripercorre le linee essenziali dell’hotel. I tavoli sono rotondi o quadrati e diverse sedute sono rappresentati da grandi e spaziosi divani. I camerieri si rivelano gentili da subito. Attenti alle richieste anche se a volte sfuggenti.

 

Ci viene subito chiesto se gradiremmo dell’acqua naturale o frizzante e questo già ci fa pensare che non esiste una vera e propria carta delle acque. Infatti, se ci fosse stata, l’abbinamento delle acque si sarebbe dovuto decidere dopo la comanda. Chiediamo a questo punto che tipologia di acqua ci sarà servita ma la cameriera và nel panico, andando a chiedere ad un collega, che presumiamo essere il Sommelier di sala. L’elegante signore ci conferma che l’acqua del ristorante è Filette naturale e gassata. Ci si illuminano gli occhi nel sapere che la bordolese delle acque è in arrivo. Avevamo già incontrato Filette in passato, negli eventi Water Experience in giro per l’Italia, se ricordate. Sommelier Italia aveva presentato, insieme alle altre, anche Filette piatta e Filette addizionata durante gli eventi Mercedes. E’ decisamente la prima piacevole sorpresa della serata. Non ci è dato però sapere se la versione addizionata offerta dal ristorante è la decisamente frizzante o la delicatamente frizzante. Ciò che però ci stupisce successivamente è che vediamo al tavolo adiacente il nostro, acqua Dolomia. Chiediamo al nostro cameriere, Mattia, sempre affabile e paziente, se esiste una selezione di acque da poter scegliere. Ma no, non c’è. Ci sorprende quindi che il Sommelier abbia inizialmente deciso per noi quale acqua portare in tavola. Sorvoliamo su come la cameriera ha servito l’acqua. Purtroppo una regola fondamentale spesso disattesa (anche nelle scuole alberghiere) è che l’etichetta va sempre rivolta verso il cliente. Vedere una mano con finte unghie lunghissime e coloratissime, non è ciò che vorremmo vedere quando ci viene servita una prime water come Filette. Peccato anche per il bicchiere che sa di cartone umido. Voto 4!!!

 

 

 

La carta dei vini

I vini presenti in carta sono tanti e variegati. Una buona parte è dedicata agli spumanti, come è giusto che sia per un ristorante in località di mare. Le etichette sono quasi tutte esposte in una grande cantina frigo. Voto 9!! Ci lascia un po’ perplessi che grandi vini rossi da invecchiamento come l’Amarone della Valpolicella Docg di Giuseppe Quintarelli siano esposti in verticale. E pensare quanto il Bepi amava tenerle coricate nella sua cantina di famiglia, avvolte nella carta di giornale perché non si rovinassero. Ma forse, ci siamo detti, la parete rappresenta la cantina del giorno ed è giusto che tutto sia in bella vista.

Per la nostra cena scegliamo un vino aromatico ma equilibrato, direttamente dalla Francia un Pouilly Fumè Sauvignon caratterizzato da spiccata sapidità e con intensità aromatica medio bassa (quantomeno la nostra bottiglia). Il Sommelier lascia un po’a desiderare. Non amiamo molto questa moda di legare il tappo alla capsula. Per diverse ovvie ragioni. La prima è perché nell’aprire la bottiglia il taglio, in questo specifico caso, non può essere fatto sotto la baga della bottiglia come vuole la sommellerie. Poi perché nel trafficare con la capsula ed allacciare il tappo,  l’imboccatura della bottiglia e il tappo stesso vengono più volte toccati con i polpastrelli del Sommelier e questo è estremamente poco igienico. Successivamente un tappo fissato sulla bottiglia non permette al cliente di annusarlo ed osservarlo qualora ne sentisse il bisogno, senza, a sua volta, trafficare nuovamente sul collo della bottiglia. Infine, e forse lo potremmo considerare il fulcro del servizio, il tappo posizionato in modo statico sul collo impedisce di servire il vino con l’etichetta rivolta verso il cliente. Bando alle ciance e scusate lo sfogo!

 

 

 

 

Il Menu

Il menu dei piatti rispecchia il locale. Poche cose e ben descritte. Ci suggeriscono un antipasto fuori dalla carta e ce lo indicano sul bancone, un jamon! Avete presente i supporti con un bel Patanegra da tagliare a fette sottili e gustose? Beh, lì per lì non riusciamo a capire se ci stanno per servire un Patanegra, un Jamón ibérico o cos’altro. E’ un jamon, ci dicono, e dal gusto, le ghiande e le radici che alimentano l’animale non risultano percepibili e di solito, lo sono eccome perché fanno parte dell’unica alimentazione dell’animale e questo contraddistingue la carne a 360°. L’esperienza vale comunque la scelta. Anche perché servito con burro e salse che paiono essere decisamente il punto forte dello chef.

 

 

Insieme al jamon scegliamo anche le acciughe del cantabrico con burro di malga alle erbe, pomodori secchi e crostini. Non chiediamo di quale malga sia il burro, non vogliamo risultare antipatici. Strana la scatolina di latta in bella vista al centro piatto.

 

 

Passiamo ai primi piatti e optiamo per i Tagliolini fatti in casa con gamberi rossi, concassea di  pomodoro, gocce di burrata e menta e i Paccheri misto mare. Buoni. Voto 8. Dal livello del ristorante inserito nel contesto di The One, avremmo preferito fossero eccellenti ma abbiamo cenato comunque bene. Peccato per le salviette profumate al lime e cannella. Non siamo più riusciti a toglierci l’aroma di cannella dalle dita per tutto il resto della cena.

 

 

Per i secondi scegliamo Tataki di tonno scottato con saor e crema di piselli

 

e una Catalana di crostacei con verdure e le sue salse. E le salse, sono una bomba!

 

 

Arriva l’ora del dessert e delle piacevoli soprese. Li proveremmo tutti, specialmente la Charlotte ai lamponi e crema di cioccolato Ruby. Ma dovevamo scegliere. Cadiamo piacevolmente su una Bavarese al mandarino tardivo con ricotta e croccante alle nocciole e un Babà fuori menu. Che splendore! Che raffinatezza! Che classe! Voto 9 al Pastry Chef. Quasi quasi torniamo anche domani e partiamo dal dessert.

 

I distillati

Ci fa piacere che ci sia un barman dedicato. Sicuramente non in grado di stupire con flair bartending ma a disposizione per tutte le richieste. Alcuni prodotti sul retro del bancone sono d’eccellenza come le acquaviti di frutta di Capovilla, altri un po’ scontati come il Rum Barcelò o il Don Papa. Qualche whisky di massa. Una selezione di grappe di Marzadro, Nonino, Domenis, Nardini e Bonaventura Maschio ci risollevano il morale.

 

 

Passiamo alle valutazioni e alle votazioni

Vista la veemenza con cui all’esterno il The One ostenta la sua tempra, avremmo voluto trovare più accuratezza nei particolari.

Punti di forza dello Stelù Restaurant: la posizione su un viale strategico di Caorle e quindi la facilità di trovarlo, l’arredo pulito e gli spazi ariosi, la tranquillità del locale durante tutta la cena, alcuni particolari impeccabili come il frigo dei tagli di carne in frollatura.

 

 

Punti di debolezza dello Stelù Restaurant : i camerieri poco organizzati che venivano a chiedere più volte le stesse cose, gli stessi che in più momenti della serata di sono assembrati per discutere con lieve ma percepibile animosità. Il bagno in disordine a metà serata. Sappiamo che purtroppo dove gira una clientela di una certo livello, il rispetto e l’attenzione degli stessi per le cose altrui scendono vistosamente. Detersivo lavamani un po’ ovunque e salviette asciugamani a destra e a manca. A nostro avviso i passaggi intermedi  di serata per la pulizia nei bagni sono fondamentali, specialmente quando c’è più movimento.  I calici non coerenti con il vino servito a tavola. Bellissimi calici, senza dubbio, con stelo lunghissimo e delicati. Ma esagerati. Infine una selezione di oli di oliva extravergine che, per quanto apprezziamo lo sforzo, non aveva molto senso.  Non era chiara una sequenza di servizio e cosa abbinare a cosa. Peccato perché è molto raro vedere un ristorante che abbozzi un carrello degli oli.

 

I NOSTRI VOTI


 

Legenda di lettura:

☆☆☆☆☆ = no, pessimo o non applicabile

★☆☆☆☆ = appena sufficiente

★★☆☆☆ = sufficiente

★★★☆☆ = discreto

★★★★☆ = buono

★★★★★ = si, ottimo

★★★★★S = ottimo con lode

 


 

Stelù Restautant @ The One –  Caorle (Venezia)

Facilità di prenotazione ★★★★★

Facilità a trovarlo ★★★★★

Esterni ★★★★★

Parcheggio ★★★☆☆ essendo una via principale trafficata da auto e pedoni, il parcheggio si può trovare nelle vie laterali ma non ne abbiamo notato uno dedicato agli avventori da singola serata

Accoglienza ★★★★☆

Interni (arredo, pulizia, esposizione prodotti, scelta dei quadri alle pareti, accessori) ★★★★☆

Tavolo/Pulizia/Ordine/Mise en Place/Gestione ed organizzazione degli spazi ★★★★☆

Qualità del menu (facilità di lettura, tipologia di carta) ★★★★★

Varietà nella scelta dei piatti ★★★★☆

Qualità della carta dei vini (facilità di lettura, tipologia di carta, correttezza delle indicazioni) ★★★★☆

Varietà nella scelta dei vini ★★★★☆

Presenza del Maître ★★★★★ anche se a dire il vero ci ha evitati per tutta la serata

Competenza e preparazione dei camerieri sul menu ★☆☆☆☆

Presenza di un Sommelier dedicato ★★★★★

Competenza e preparazione dei camerieri/Sommelier sul vino ★★★☆☆

Presenza della Carta deli Oli di Oliva Extravergine ★☆☆☆☆

Presenza della Carta delle Acque Minerali ★☆☆☆☆

Presenza della Carta delle Birre Artigianali ☆☆☆☆☆

Velocità nella raccolta della comanda ★★★★☆

Cortesia nel servizio (eleganza, loquacità, pazienza) ★★★☆☆

Capacità di gestire le scelte del cliente ★★★★☆

Abbigliamento del personale (coordinati, pulizia, cura nella scelta, eleganza) ★★★★★

Arte dell’impiattamento ★★★★☆

Qualità del cibo ★★★☆☆

Varietà e scelta dei formaggi ☆☆☆☆☆

Varietà e scelta dei dessert ★★★★☆

Varietà e scelta dei distillati e amari ★★★★☆

Qualità accessori sommellerie ★★★☆☆

Qualità e scelta del pane ★★★☆☆ peccato per dei piccoli grissini alla pizzaiola che c’entravano come i cavoli a merenda

Qualità e scelta del caffè ☆☆☆☆☆ ammettiamo di non averlo assaggiato

Qualità e scelta tè e tisaneria ★☆☆☆☆

Velocità nel desservir ★★★★☆

Struttura, arredo e accoglienza dei bagni ★★★★☆

Pulizia dei bagni ★★☆☆☆

Funzionalità ed apparecchiature dei bagni ★★★★☆

Locale dog friendly? ★★★★★

Rapporto qualità prezzo ★★★★★ il conto era nella norma per la qualità e l’esclusività dei locali

 

 

VOTO FINALE 9

Vale la pena andarci?  NI !

 

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