SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE ENOGASTRONOMICA

Direttrice didattica ELSA MENEGOLLI

hildegard von bingen 2

Il luppolo, la birra e Hildegard

Hildegard von Bingen nacque in Germania a Bermersheim vor der Hohe nel 1098 e morì a Bingen nel 1179. All’età di otto anni, per cause di salute, venne mandata dai genitori nell’Abbazia di Disibodenberg. Nel 1150 fondò, e successivamente si trasferì, a Bingen nella comunità femminile del monastero di Rupertsberg. Nel 1165 diede vita ad un’altra abbazia, che porta tuttora il suo nome, ad Eibingen, sul lato opposto del Reno.

 

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Mente poliedrica fu scrittrice, poetessa, scienziata, mistica, guaritrice, botanica, farmacista, musicista, filosofo, cosmologa, guaritrice, medico e teologa.

Visse seguendo la regola Benedettina “ora  et  labora”, insegnando all’umanità a vivere nel bene e in salute secondo il principio mens sana in corpore sano ed inventò una lingua : la lingua ignota.

Venne proclamata Santa e dottore della Chiesa da Papa Ratzinger nel 2012 per via equipollente, ossia con semplice decreto, senza seguire il normale corso di santificazione. Modalità, questa, riservata a coloro che durante la vita hanno dato sfoggio di grande virtù e attorno ai quali è nata una venerazione nel corso dei secoli.

Il suo processo di canonizzazione, iniziato da papa Gregorio IX nel 1228, si interruppe per quasi 800 anni perché, pensate un po’, fu persa la documentazione.

rovine dell’ Abbazia di Disibodenberg Foto di Lisa van Beergen da Pixabay

 

E’ come botanica che rivoluzionò il mondo delle birre, scoprendo le proprietà conservanti, antiossidanti e antisettiche del luppolo. Infatti nel suo Il  libro delle creature, risalente alla seconda metà del 1100, scrisse sul luppolo: “Grazie alla sua amarezza blocca la putrefazione di certe bevande al quale lo si aggiunge, al punto che possano conservarsi molto più a lungo.”

 

Fino a quel momento le birre venivano aromatizzate con il gruit, una mistura di erbe composta di base da achillea, millefoglie, rosmarino selvatico e mirto del Brabante. Questo cambiava a seconda dei territori per l’uso di spezie, bacche, cortecce e anche piante allucinogene. L’impiego del gruit era così importante che venne creata una Legge, il gruitrecht, che stabiliva il diritto alla raccolta, produzione e distribuzione solo ad alcune categorie tra cui i monasteri, i vescovadi e altre municipalità, facendolo di fatto diventare un monopolio e una vera e propria tassa sulla birra.

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Grazie alla badessa si scoprì quindi che, con il luppolo, la birra poteva essere conservata più a lungo senza perdere le sue qualità, portando quindi a più lontane esportazioni. Cosa invece impossibile per le birre con gruit che dovevano essere bevute subito dopo la preparazione.

Il cambiamento non fu immediato. Abbattere certi privilegi non era facile ma i vantaggi furono da subito talmente evidenti che nel 1516 con l’ Editto di Purezza, il Reinheitsgebot appunto, il luppolo entrò ufficialmente nella ricetta della birra come terzo ingrediente, insieme ad acqua e orzo.

 

Alessandro D’Alonzo

Beer Sommelier

Beer Ambassador

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